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mercoledì 25 aprile 2012

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El Bocolo

by oliaiklod
El Bocoło ea xe na tradixion tipicamente venexiana, che ła se xe drio zercar de recuperar, che a consisteria en el portarghe un bocoło de rosa ała morosa, ała mujer, o anca ała propia amante, al dì de San Marco protetor dei veneti, che el casca al vintisinque de april de tuti j ani. Drio sta usansa ghe xe na legenda de na zovine de nome Vulcana che a viveva ai tenpi de Carlo Magno.
C'est du dialecte vénitien, pour parler d'une tradition typiquement vénitienne !
Chaque année, à Venise, le 25 avril (jour de San Marco, saint patron de la ville) chaque homme ou jeune homme offre une rose rouge à sa fiancée (ou à celle qui pourrait le devenir), ou à sa maman, ou à son épouse. Une rose rouge, une seule : le "bocolo". C'est aussi une manière de célébrer ce que Napoléon avait interdit : la fête la plus chère dans le cœur des vénitiens.
A l'époque de la République de Venise, une procession était organisée, depuis la piazza San Marco. A cette procession participaient toutes les autorités influentes, qu'elles soient civiles ou religieuses. Cette fête fut interdite par Bonaparte après la chute de la république, mais resta dans le cœur des vénitiens, comme un symbole de résistance. Offrir une rose rouge le 25 avril devint donc, à cette époque, un signe de lutte contre l'impérialisme.
Cette coutume du bocolo trouve sa genèse dans une légende : une jeune fille blonde nommée Maria Partecipazio, fille d'un doge, aimait tendrement Tancredi, un troubadour très courageux et très beau. Le doge s'opposait, cependant au sentiment entre deux jeunes gens, il ne permettrait pas un tel mariage. Marie, par conséquent, demandé à Tancrède d'aller à la guerre contre les Arabes en Espagne avec l'armée de Charlemagne pour se couvrir de gloire. Ainsi, son père, le vieux doge, n'aurait plus le moyen de s'opposer à leur amour. Tancrède parti donc aux côtés de l'armée de Charlemagne et la renommée de ses exploits glorieux se propagea rapidement à travers le monde. Un jour, cependant, virent à Venise, quelques chevaliers Francs mené par le célèbre Orlando (Roland le paladin). Ils demandèrent à voir Maria et ils lui ont annoncé la mort du galant troubadour. Il est tombé sanglant sur un rosier, mais avant de mourir, il en prit une fleur et pria Orlando de la porter à sa bien-aimée. La jeune fille prit la rose teinte de son sang et resta enfermée dans sa douleur et le souvenir de Tancrède. Le lendemain, jour de la fête de Saint-Marc, la jeune fille a été retrouvée morte, la fleur sanglante sur le cœur. Depuis ce temps, le bouton de rose, symbole de l'amour qui est sur le point de s'ouvrir à la vie et lau soleil, est offert aux femmes le jour de Saint-Marc.
Bibliographie :
  • Lina Urban Padoan, La festa di San Marco: le leggende e l'offerta del "bocolo", Venezia: Centro internazionale della grafica, 1988.
  • Applausi festiui al glorioso san Marco euangelista da recitarsi in musica nell' hospitale de Mendicanti, il giorno della sua festa consecrati al ser.mo prencipe & all' eccell.mo Collegio Veneto da Fratelli dell'Esercitio Apostolico, Venetia: appresso Andrea Poletti, 1681.
  • Stefano Santorini, Il Tempio della gloria. Festa solenne del giovedi grasso fatta da Steffano Santorini nella Piazza Ducal di San Marco l'anno 1698. Alla presenza del sereniss. principe Silvestro Valerio degnissimo Doge di Venetia et della Serenissima Signoria consacrata a sua serenità medesima, Venetia: appresso Gio. Maria Rossi, 1698.
  • Francesco Basaldella, La festa del bocolo di San Marco nella leggenda e nella poesia, Venezia, 2001.
Voir également :

lunedì 16 aprile 2012

Laura Maggi a Isola Rizza mobilita fans e GdF.

VERONA - La sexy barista da esportazione (come è stata definita dalle riviste di gossip) non ha evitato la sorpresa finale del blitz della finanza, con tanto di multa per il gestore del locale notturno. É finita con il fratello del titolare "pizzicato" a servire birra senza autorizzazione la serata animata dalla 34enne bresciana Laura Maggi che era sbarcata sabato sera a Isola Rizza, in provincia di Verona, prima tappa della sua tournée nei locali di mezza Italia che è partita appunto dal Veronese. Si sono dati appuntamento in tanti al Nek Caffè, l'altra sera, per ammirare le curve della barista di Bagnolo (Brescia), finite anche sulla copertina di Playboy Italia.

La brutta sorpresa.
Ma fra i tanti... avventori sono arrivati anche i militari della guardia di finanza. La Maggi - come riporta il quotidiano L'Arena - aveva servito cocktail (soprattutto mojto) e bevande, ma soprattutto si è fatta fotografare con clienti e avventori. Poi, nel bel mezzo della serata, verso le 23, è arrivata la sorpresa della guardia di finanza. Le Fiamme gialle hanno controllato carte e documenti del bar elevando alla fine una multa al titolare, Nicola Canuti, per la presenza del fratello dietro al banco. E qualche cliente, uscito dal locale a a tarda ora, si è ritrovato la multa per divieto di sosta elevata dai carabinieri di Oppeano in zona per altri controlli.
Lunedì 16 Aprile 2012 - 11:50    Ultimo aggiornamento: 11:53
Il Messaggero.it

Waterways transpot island menà - go - spa - re - nato san marco projet ...

sabato 7 aprile 2012

Piero Barbo . Poi Paolo II Papa.

Pietro Barbo fu creato vescovo di Vicenza il 16 giugno 1451 (nello stesso giorno in cui ottenne il passaggio al titolo cardinalizio di S. Marco), ma non soggiornò molto tempo in quella città.

LA REPVBLICA  VENEXIA DE MAR RIVENDICA LA PROPRIETA' DE Palazzo Venezia in Roma
– roba tolta va deolta – lo dise Renato De Paoli de la Republica Venexia de mar endolaguna.
 La facciata di via del Plebiscito presenta un notevole portale affiancato da colonne corinzie; nell'angolo sinistro un rilievo di marmo con il leone di S. Marco, dono del 1922 della città di Venezia.
Fu il primo palazzo rinascimentale edificato a Roma nel 1455 per il cardinale veneto Pietro Barbo, divenuto poi papa con il nome di Paolo II.
Il portale, attribuito a Giovanni Dalmata (Sculptor, ca.1440 W 1510) ( Ivan DUKNOVIC dit Giovanni DALMATA )
(Trau, vers 1440 - Ancone ?, vers 1510 ) mostra il sigillo dei Barbo.
 Il Palazzo di Venezia, considerato la prima grande opera rinascimentale di architettura civile a Roma, si trova nel lato ovest di Piazza Venezia ed ha come limiti via del Plebiscito, via degli Astalli, via di S. Marco e piazza di S. Marco; si presenta come una costruzione imponente ma armonica.
Splendido il cortile interno il cui ordine delle colonne, tuscaniche al primo piano e ioniche e corinzie al secondo ricorda gli archi del Colosseo.
Nell'interno, la Sala Regia ha tracce di pitture di Donato Bramante e la Sala del Mappamondo è decorata dalle classiche prospettive di Andrea Mantegna .
 Palazzo Venezia si trova sul lato occidentale dell' omonima piazza.
IL progetto viene attribuito  a Leon Battista Alberti.
Il palazzo venne ceduto nel 1564 alla Repubblica Veneta e adibito come sede degli ambasciatori Veneti. (Copyright 2006 Aurelia Garden B&B )
 Dal XVI secolo vi alloggiarono (perchè ne divenne proprietaria la Republica Venexia  n.d.r.)  gli ambasciatori della Republica  Venexia.
 Il balcone risale al 1714. (REPUBLICA VENEXIA)
 Dopo il trattato di Tolentino - Lioben - Campoformio 1797  se ne appropriò indebitamente l'Austria e ne fece la sua ambasciata. Gli Asburgo ne modificarono la facciata  sottoponendola ad una modifica  stilistica  nel 1856-59 (per cercare di mascherare la vera propietà del palazzo gli stilemi Veneti furo mascherati o adirittura tolti dagli Asburgo )
 Nel 1797 fu sede dell'ambasciata austro-ungarica presso il Vaticano.
 Palazzo Venezia venne destinato a sede del Museo quando, nel 1916 passò in possesso dello Stato italiano.
 Nel 1911, per ( cancellare la memoria Veneta)  con la scusa di fare il monumento a Vittorio Emanuele II sul lato di fondo della Piazza Venezia, venne spostato l'intero edificio del "viridario" di papa Barbo, che faceva angolo col prospetto principale e che fu ricostruito con le sue pietre, i suoi marmi e i suoi chiostri perpendicolarmente al fianco sinistro del palazzo.
 Nel 1916 il palazzo venne rivendicato (impropriamente )  dall'Italia e passò provvisoriamente  al governo italiano, oggi è sede del Museo di palazzo Venezia ma è rivendicato dalla Republica Venexia de mar endolaguna - 8 giugno 2008.
La Sala Regia ha pitture di Donato Bramante e la Sala del Mappamondo è decorata dalle classiche prospettive di Andrea Mantegna.
Piazza Venezia è considerata il centro dell'Urbe di Roma per la sua posizione geografica, in essa vi confluiscono le principali arterie della città ed è dominata dalla maestosa mole di palazzo Venezia.
Il palazzo risulta dopo molte manomissioni, una fortezza sul piano superiore, mentre  le fnestre a croce guelfa mostrano gli elementi rinascimentali, sulla facciata spiccano i contorni merlati  e la torre angolare. I due portali che guardano direttamente sulla piazza uno mostra il sigillo dei Barbo e l'altro è su via Plebiscito, entrambi vengono attribuiti a Giovanni Dalmata
 Il Museo accoglie dipinti dal XIII al XVIII sec., sculture in marmo e in legno, bronzi, terracotte, ceramiche, porcellane, argenterie, stoffe, sigilli, medaglie, vetri, arazzi, smalti ecc.
 
Nell'interno, la Sala Regia ha tracce di pitture di Donato Bramante e la Sala del Mappamondo è decorata dalle classiche prospettive di Andrea Mantegna.
 
Oggi il Palazzo è sede del Museo del Palazzo Venezia,  dell'importantissima Biblioteca dell'Istituto di Archeologia e di Storia dell'Arte.
 
Nel passato la piazza era molto più modesta, divisa in due piazzette da Palazzetto Venezia Trovandosi in un punto strategico tra le Roma medievale e rinascimentale
 
La piazza davanti a Palazzo Venezia collegava la Via Papalis dal Vaticano al Laterano con la Via Lata , che da Porta Flaminia portava al centro della città. Sulla piazza, al posto dell'odierno palazzo delle Assicurazioni, si trovava la bottega d'arte di Michelangelo . La decisione di costruire sul fianco del Campidoglio il monumento a Vittorio Emanuele II provocò la distruzione della piazza papale per dare vita al nuovo centro politico-morale della nuova Italia. La nuova sistemazione, frutto di demolizioni e ricostruzioni, riflette la nuova ideologia di grandiosità e la volontà di creare il mito della "terza Roma" sui resti della Roma imperiale e di quella papale.
 
Informazioni


( call center ) Tel. +39 06 32810

Museo-Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano
Tel. +39 06 699941

Aperto tutti i giorni, dalle 8.30 alle 19.30,
chiuso il lunedì, 1 gennaio, 25 dicembre

La biglietteria chiude un'ora prima.

Bus
  1. 30, 40, 44, 46, 62, 63, 64, 70, 75,
81, 84, 87, 95, 160, 170, 186, 204, 271,
492, 571, 630, 715, 716, 780, 781, 810, 916
Via del Plebiscito 118
Telefono 06.32810 06.6780131
Apertura: 8.30-19.30 chiuso il lunedì
Ingresso: Euro 4 ridotto E 2
Gratuito fino a 18 anni e oltre i 65
Accessibilità disabili: su richiesta
Come arrivare: bus 64 da Termini con fermata davanti al Museo