“Il ritrovamento di cospicui resti palafitte – abitati - e/o necropoli età del bronzo lungo il paleoalveo Menago Po e romane,(vedi: altare sacrificale a Giove, Giunone Minerva sull’isola Sane Zene; vedi Altare sacrificale in memoria di Publio Hostilio Campano – VENATO givanetto amante della caccia morto a 25 anni e seppellito sull’isola Sana Vita ) segni di un fervore di vita più intenso che ai nostri giorni e perciò di condizioni economiche più favorevoli nell’alta antichità che nel passato recente”[1]
Re nato da Sparè a Vicenza sulle tracce di Prosdocimi, Fogolari, Raffaele Battaglia, Francesco Zorzi (1939) Alessio De Bon 1926 [2] Cipolla
Nel 1926 De Bon esegue dei rilievi nella lama descritta nel XX° Canto Inferno da Dante, sulla Foce / Hostilia Hostium / dove l’LVL anche oggi vorrebbe distendersi, e chiamata Menago.
Non molto ha corso , ch’el trova una Lama , ne la qual si distende e la ‘mpaluda; e suol di state talor esser grama.
Li per fuggire ogne consorzio umano , ristette con s suoi servi a far sue Arti , e visse e vi lasciò suo corpo vano.
Li uomini poi che ‘ntorno erano Sparti s’accolsero a quel loco , ch’era forte per lo pantan ch’avea da tutte le parti.”
La lama forma uno dei sette Mari del BOS<’AVL e sulle tracce di Virgilio Dante, De Bon, Bresciani, scopro il santuario dove per decenni ma ancora oggi transito senza rendermene conto causa l’Umanizzazione.Come De Bon anch’io il 27 maggio 2005 mi reco a visitare il famoso “Castello che non ha più l’argine alto due metri e cinquanta come l’aveva visto de Bon. Oggi il catello è completamento pianeggiante ma ancora oggi si riconosce la forma dal colore del terreno, e dai trovamenti d’infiniti cocci di ciotoli, regolarmente fresati ad ogni stagione di preparazione dei terreni per l’agricoltura. Per fortuna, io compreso, tentiamo di mettere in salvo dalla distruzione salvare qualcosa. In tantissimi recuperiamo qualche ciotolo , qualche coccio, che ci aiuti a capire cosa facevano, cosa credevano, cosa pensavano, come praticavano le arti , i nostri AVI.
Comunque De Bon . misura il “castello” e lo descrive a forma ovoidale con un asse nord sud di 500 mt, e un asse est ovest di 390 metri. Esegue un disegno, in pianta e una sezione trasversale evidenziando una protezione perimetrale alta metri 2,50 di terra ancora esistenete in quell’anno (1925 ?!).
Traccia intorno i segno di una “cavezagna” , acqua intorno al perimetro ovoidale e sopra l il camminamento di terra sopraelevata trova un giacimento litico di ciotoli lavorati (chissà se c’. In un punto interno all’ovale, trova le tracce di capanne romane, di nuovo sopra il terrapieno, “avanzi romani, e per ultimo all’esterno del “Castello Ovale” avanzi di costruzione romana.[3]
Si vede una grande analogia con la ricostruzione delle fortificazioni di Smyrna (IX – VIII a.C.)[4]
Guadare il Meduaco isole spaerse dell’età del bronzo deve essere stata impresa poco raccomandabile ai non amici dei palafitticoli Venti.
Quello che era acqua libera fresca, chieta, dall’eridano
ANNEIANUM =
Montagnana
Vicus Varianus
Serninus (Sermide ?)….s
I Lago grande Menago= Meduaco
Dai laghi grandi se riva presto dal Tartaro(uga) se riva tardi.
In mezo a l’acua dolzse chieta lenta e ciara che par ferma na distesa de isole bele da ramedel a sparè al mar medi acueo al porto dela dodicesima lucumonia.
I Laghi grandi Menago=Meduaco
Isolani
ABITANTI 128.589 DESTRA ARGINE
Kmq 70.637 acqua e polesele
DESTRA ARGINE
Età del bronzo BOS<’AVA UNO DEI SETTE MARIE
673 kmq polesella
70.000 kmq acqua
Età odierna
673 kmq acqua
70.000 kmq polesella
Le poesie del Menago
Giustar el Canoto (calatafar)
Cisan
Menago
Magnar le more
El tema in clase
Numarar par uno
Ferajs
Sete MARI Endolaguna sbocavano nel Adriatico, superati i lidi.
Campagne di scavo
A Vicenza si sono svolti in Contrà De’ Proti 3, il
16 febbraio 2004
conferenze su:
“Vicenza nel suo divenire urbano.”
23 marzo 2005
“I Nodi urbanistici tra periferia e centro storico” Relatore Resp. Beni storici Artistici Comune di Vicenza Geom. Renato De’ Paoli
Repertorio
Elenco, registro di Notizie e informazioni varie di facile consultazione.
Repertoriare
Mettere, includere nel repertorio .
Inserire in un elenco, in un registro, notizie e informazioni per la facile consultazione.
Datazione
Ritrovamenti nelle isole Sabionare Caneviere
La Sopraintendenza ha avuto segnalazione di ritrovamenti di selci tipo Paleolavei Menago e Laghi alle isole spaerse sabionare caneviere , tra la chiave dell’Alpon e Cucà l’acqua a Padova e Vicenza. Sono simili anche a quelle dello strato B della Grotta di san Bernardino: Bulino, grattatolo, becchi , punta, punta doppia, punta carenoide, raschiatoio laterale, raschiatoio trasversale, raschiatoio triplo , raschiatoio carenoide trasversale, raschiatoio latero-trasversale a base assotigliata , denticolato, nuclei . Sono attribuite al Bronzo Finale [5]
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Palafitte: esaminati 100 pezzi di campioni di pali in legno serviti per costruire le palafitte.
Esame Istologico
Scelta a caso:
Frassino 2%
Abete Bianco 20%
Abete Rosso 7%
Pino Silvestre 15%
Tasso25%
Larice9%
Quercia19%
Olmo 3%
Fonte:Battaglia [6]
Un miliardo e settecento milioni di metri cubi di acqua pompati via ogni anno dal Veneto, da 20 consorzi.
Dai laghi grandi se riva presto dal Tartaro(uga) se riva tardi.
Guadare il Meduaco isole
SZerca l’acua te catarè la verità!
Cerca l’acqua
troverai la verità
Gazzo=Gaio=Ganszo
Isola Scala
Nogara=
Insula cenensis
Insula due robores[7]
Sezione torbiere Spaerse Menago Lago
1 Torba sconvolta
2 Humus
3 Vegetali foglie
4 Phragma e palificato
5 Crea gialla maron
descrizione:
Palafitte con ordito di tronchi d’albero lunghi fino a 12 metri disposti parallelamente a distanza variabile , non inferiore ai 50 centimetri e attraversati sotto e sopara da tronchi e tavoloni. Una parte dei tronchi conservava la corteccia e qualche moncone di ramo qua e là, aderenti all’impiantito, dei pali piuttosto corti e sottili, squadrati stavano infisi nel terreno creoso per tenere in sesto la costruzione. Pochi altri, più grossi, a sezione rettangolare e terminanti superiormente a forcella reggevano lunghe travi.. La stratigrafia è stata ottenuta tagliando trasversalmente l’area scoperta alla maggiore profondità consentita dai mezzi rudimentali messi in azione per vuotare l’acqua filtrante nella trincea dalla falda freatica che normalmente sta al livello del terreno. [8]
…la torba che buta fora na nebbiolina fina e un fumo lezero che bee l’umidità e quando la vol da ela sola la le dà indrio…[9]
….la lama indoe se distende e solo d’istà, ciare olte , in verità la se suga….[10]
traduzioni:
Re nato a Sparè da sedesani a Vicenza[11]
Nelle isole Sparse assai avanzata era anche la tessitura, testimoniato dall’uso di stoffe colorate. L’armamento caratteristico dei guerrieri era costituito da arco e frecce, pugnale triangolare, alabarda e ascia da combattimento. L’incenerazione era il rito più diffuso mentre l’inumazione con corredo era un rito raro.
L’età di Polada fu un lungo e tranquillo periodo di consolidamento e di sviluppo delle tecnologie artigianali applicate anche a quelle legate alla navigazione interna (piroghe e barche adatte a bassi fondali come le scandole).
Quete culture delle isole spaerse ebbero intensi rapporti commerciali, sociali e politici con l’europa e il Baltico, e fecero sentire il loro influsso su tutte le civiltà perilacustri adriatiche ioniche tirreniche egee, e si consolidò mutando, quando verso il 1600 a.c. arrivarono nuove correnti culturali con innesto dei nuovi venuti.
P.F. quota 13,27
esagono A
Adria e le isole Sparse Menago intorno faceva parte di una delle dodici lucumonie ed era governata da un Lucumone. Era unita politicamente con altre 11 città principali. Si associò alla confederazione che non aveva leggi e regole rigide, ma di volta in volta si decideva le alleanze e le coalizioni necessarie per difendersi o/e attaccare. Adria e le isole spaerse facevano parte di un grande emporio commerciale politico-economico , svilupparono i commerci e la diplomazia, per via d’acqua dall’egeo al tirreno, dall’adriatico allo Ionio. Aveva frequenti contati con Spina, Cerveteri, Tarquinia, Vulci, ma anche con le civiltà Danubiane della Pannonia, e quelle della Bretagna, e dei Baltici. Le Isole spaerse del Menago fino ad Adria erano cinte da acque e ricoperte da una imponente foresta planiziale. Le Isole Sparse insieme con Adria, Manto, Vicenza, Padova, Altino,Ravenna Spina, sfruttavano la posizione solida naturale poiché riparate dai “Sette Marie dai litorali con profonde gole e estuari, irrobustite nell’evoluzione da murature in pietra spesso di dimensioni massiccia.Veneti Latini e Etruschi si allearono spesso tra di loro con mutuo rapporto di assistenza ( Vi e IV secolo) fu così che anche le isole spaerse con Adria godettero lo sviluppo organizzato alla “Veneziana” ovvero con accessi dall’acqua da una parte e all’asciutto dall’altra.
Gli edifici poggiavano su palafitte lignee profondamente conficcate nella torba [12]
Grandi distese d’aqua dolce circondavano le isole Sparse che erano ricoperte dalla “foresta planiziale” (BOSC’AVE CIAVE’). La foresta insegnò ad inventare e impratichirsi di infinite lavorazioni del legno e quindi a costruirsi utensili in bronzo sempre più adatti ad eseguire queste lavorazioni. Il ritrovamento di asce, azze, sgorbie, tra i vari manufatti , indica una diffusa attività di lavorazione del Legno. Le varie isole e culture e rano collegate tra di loro anche da un commercio a luinga distanza di beni non deperibili ma mobili, come ornamenti, pietre etc..
Questo fiorire di scambi e di beni consentì una densità più alta di popolazione . L’incremento demografico obbligava questi gruppi ad adattare la loro strategia di sopravvivenza.La caccia e la pesca erano ben sviluppate ma fu il commercio a fornire i mezzi per continuare a favorire l’aumento di densità della popolazione. Inoltre il baratto di oggetti in cambio di cibo e sale tra gruppi vicini creò un sistema di distribuzione complesso che superò le fluttuazioni di abbondanza carestia.
Cinturoni al Museo “ Colonia Veneta”
A sinistra si sviluppa una fascia rettangolare lunga cm 74, alta cm 11,5 che ha all’estremità tre anelli, questi di fero , intervallati , nei quali , secondo le dimensioni del dignitario veniva introdotto il gancio. Anch’essa è fittamente ricoperta di leggerissime delicate incisioni con lepri e cerbiatti. Nella parte terminale che rimaneva nascosta sotto la pancera, sono incisi due riquadri figurati: due animali araldicamente affrontati tengono sollevati per il collo due cerbiatti , al di sotto è un cervo pascente ; li precede un piccolo cavaliere in groppa a un grande cavallo di cui due belve , dirette in senso opposto, azzannano le gambe sotto il cui ventre , a mo di riempitivo è una grande palma : gustosissime scene d’arte veneta antica di indirizzo popolare , mescolato al repertorio.
La giurisdizione di I, II, III, istanza nel civile e nel criminale s’era preso i Cappello. Il Vicario di Istanza era d’ ordinario quello di Sanguinetto [13] come risulta dagli atti qui contenuti[14]
Vicariato di Cerea 1704 1707[15]
Vicariato di Gazzo 1690 ottobre 11[16]
Vicariato Bovolone 1723
1800 = I processo
Vicariato di Nogara[19]
ARNALDO FUSINATO
NEI GIORNI PAUROSI DEL SARVAGGIO
DIEDE
IL VERSO GIOCONDMENTE ARGUTO
IL CUORE AUDACE
IL VALIDO BRACCIO
PER LA LIBERTA’ DELLA PATRIA.
AL POETA POPOLARE
AL SOLDATO ANIMOSO
DI MONTEBELLO VALLARSA VICENZA VENEZIA
AL NOBILE CITTADINO
CHE OSPITE DI VERONA
IN QUESTA CASA PRESSO LA FIGLIA
SPERGEVASI IL 28 DICEMBRE 1888
Museo civico di storia naturale
Sezioni di botanica e preistoria
Studi e laboratori
Museo di storia naturale della romagna
“p. zangheri”
corso Cavour camillo benso civico 11 verona
LE PALETTA RITUALE IN BRONZO
Inventario:___________________
PALETTA isola
BARBUGINE (Barchine)
tra Sparse , San Zen, San Vito
ENDOLAGUNA
PALEOALVEO MENAGO
( TROVATA Vicino a
45° 13’lat. Nord
11° 10’ Long. Est.)
Verona, già al
Museo Civico Archeologico al Teatro Romano (ora (6.11.2006) in cassaforte in Museo contrà Cavour n. 11 Verona, Palazzo Gobbetti n.d.r. ).
Dalla località San Vito , sul confine tra Isole Comuni Asparetto sul Menago e Cerea (Verona) a 45 metri dalla ferrovia Mantova Legnago
C. Cipolla, Notizie Scavi , 1885. 489.
G. Gerla Madonna Verona. 2. 1908, 42sg., fig a pag 43. B.P.I. 34, 1908, 77 sg.
MESSERSCHMIDT, 88
Perfettamente conservata. Patina Verde. Lunghezza cm. 27,4.
La forma del cucchiaio è pressoché rettangolare ad angoli smussati, ma con un più accentuato arrotondamento di tutto il
taglio inferiore. Il risalto marginale, limitato al lato superiore, si configura con due
branche che si dipartono dal
manico e scendono con lieve inclinazione a spiovente. ( omissis) ( altre palette ) tarde e periferiche tutte dell’area veneta (sono ndr) imitazioni , (omissis) hanno il manico con la fressurazione amigdaloide del fusto (Tipo Venetico A), mentre (omissis) qui il fusto del manico è costituito da una verga diritta a mezzo-tondo che si dirama alla
sommità per dara luogo alla caratteristica testa a tre occhielli. Questa, tuttavia , è espressa con estrema sobrietà , senza manierismi o barocchismi di sorta. Non vi sono, infatti, né lunghe stanghette di raccordo, né ingrossamenti od assottigliamenti in questa o quella parte: i due
occhielli laterali si congiungono direttamente, senza
raccordo, si che il terzo risulta di forma triangolare, ma amigdaloide.
La
costola del manico è ornata di una fila di puntolini incavati di varie dimensioni e ad andamento irregolare che continuano sulle branche superiori del cucchiaio. Tracce di decorazione a file concentriche di puntini sono pure visibili nella
parte alta della faccia anteriore di questo.
Lo scavo casuale (fu fatto in coccasione della costruzione della Ferrovia Mantova Legnago) dette pochi altri pochi materiali che dalla descrizione d del Cipolla vengono riferiti genericamente alla cultura paleoveneta, ma che sembrano costituire un milieu di notevole arcaismo che conferma l’impressione data dal pezzo in sé, sia per la elementarità dell’ornato a puntini, sia per il confronto con i manufatti della “fonderia”. Tanto è vero che il MESSERSCHMIDT assegna il corredo al II periodo atestino.
Potremo, con il pezzo di (isole sul Menago vicino a 45°13’ lat. Nord e 11° 10’ longitudine Est) Barbugine, essere di fronte ad una delle più antiche elaborazioni venetiche…[20] (omissis) .
Particolarmente ricca è la documentazione nell’acqua Veneta.
Gran parte dell’Italia centrale e tutta l’Italia Meridionale è muta.[21]
[1]Zorzi Stazione Palafitticola preistorica e romana Atti e Memorie della Accademia di Agricoltura e lettere di verona seie V. Vol. V Verona 1955
[2] De Bon Alessio Storia e leggenda della Terra Veneta Tipografia “Pasubio” Schio 1941 XX E.F.
[3] Ibidem Zorzi Stazione Palafitticola .
[4] Cambrindge
[6] Raffaele Battaglia
[7] Ibidem,De Bon Alessio Storia e leggenda pag. 202
[8] Francesco Zorzi Centro studi preistorici e archeologici Varese Musei Civici di Villa Mirabello – SIBRIVM Museo Civico di Storia Naturale – Verona – Vol. pag. 157.
[9] Virgilio Eneide X,201,2
[10] Dante XX° canto inferno
[11] Renato De’Paoli
[12] Enciclopedia di Cambridge pag. 254 Archeologia Editori la terza e Fifli SPA Roma-Bari 1981 Milano – Titolo Originale The Cambridge Enciclopedia of Archeology 1980 London.
[13] G. Beozio “Comuni, giurisdizioni e vicariati delle provincie veronesi
[14] Archivio stato Verona Pretura Legnago Busta 646 già in Sanguinetto
[15] ASVR busta 646 ibibem
[16] ASVR busta 646 ibibem
[17] ASVR ibusta 646 bibem
[18] ASVR ibusta 646 bibem
[19] ASVR ibusta 646 bibem
[20] Mario Zuffa Le Palette rituali in bronzo pag . 138 139 140 Atti e memorie Deputazione di storia patria per le provincie di romagna Nuova Serie Volume VIII Anno Accademico 1956- 57 Rimini 1959 / Presso la deputazione di storia patria Bologna 1960.
[21] M. Zuffa ibidem.
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