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domenica 27 giugno 2010

MENAGO ISOLA SAN ZEN CIL V 3242 CAMPIDOGLIO ISOLANO

Durante l’epopea VENEXO ETRVS



Re nato da Sparè a Vicenza sulle tracce di Prosdocimi, Fogolari, Raffaele Battaglia, Francesco Zorzi (1939)  Alessio De Bon 1926 [2] Cipolla

Nel 1926 De Bon esegue dei rilievi nella lama descritta nel XX° Canto Inferno da Dante, sulla Foce / Hostilia Hostium / dove l’LVL  anche oggi vorrebbe distendersi, e chiamata  Menago.
Non molto ha corso , ch’el trova  una Lama ,  ne la qual si distende e la ‘mpaluda; e suol di state  talor esser grama.
Li per fuggire  ogne consorzio umano ,  ristette  con s suoi servi  a far sue Arti , e visse  e vi lasciò suo corpo vano.
Li uomini  poi che ‘ntorno erano Sparti s’accolsero  a quel loco , ch’era forte per lo pantan  ch’avea  da tutte le parti.”

La lama  forma uno dei sette Mari del BOS<’AVL   e sulle tracce di Virgilio Dante, De Bon, Bresciani, scopro il santuario  dove per decenni ma ancora oggi transito senza rendermene conto causa l’Umanizzazione.Come De Bon anch’io il 27 maggio 2005 mi reco a visitare il famoso “Castello  che non ha più l’argine alto due metri e cinquanta come l’aveva visto de Bon. Oggi il catello è completamento pianeggiante ma ancora oggi si riconosce la forma  dal colore del terreno, e dai trovamenti  d’infiniti cocci di ciotoli, regolarmente fresati  ad ogni stagione di preparazione dei terreni per l’agricoltura. Per fortuna, io compreso, tentiamo di mettere in salvo dalla distruzione salvare qualcosa.   In tantissimi recuperiamo qualche ciotolo , qualche coccio, che ci aiuti a capire cosa facevano, cosa credevano, cosa pensavano, come praticavano le arti , i nostri AVI.
Comunque De Bon   . misura  il “castello” e lo descrive a forma ovoidale  con un asse nord sud di 500 mt, e un asse est ovest di 390 metri. Esegue un disegno, in pianta e una sezione trasversale evidenziando una protezione perimetrale  alta metri 2,50 di terra  ancora esistenete in quell’anno (1925 ?!).
Traccia intorno i segno di una “cavezagna”  , acqua intorno al perimetro ovoidale e sopra l il camminamento di terra  sopraelevata trova un  giacimento litico di ciotoli lavorati (chissà se c’. In un punto interno all’ovale, trova le tracce di capanne romane, di nuovo sopra il terrapieno, “avanzi romani,  e per ultimo all’esterno del “Castello Ovale” avanzi di costruzione romana.[3]
Si vede una grande analogia  con la ricostruzione  delle fortificazioni di Smyrna (IX – VIII a.C.)[4]

Guadare  il Meduaco isole spaerse dell’età del bronzo deve essere stata impresa poco raccomandabile ai non amici  dei palafitticoli Venti.
Quello che era acqua libera fresca, chieta,  dall’eridano
ANNEIANUM =

Montagnana

Vicus Varianus

Serninus (Sermide ?)….s
































I Lago grande Menago= Meduaco

Dai laghi grandi se riva presto dal Tartaro(uga) se riva tardi.
In mezo a l’acua dolzse chieta lenta e ciara che par ferma na distesa de isole bele  da ramedel a sparè al mar medi acueo al porto dela dodicesima lucumonia.






I Laghi grandi Menago=Meduaco


Isolani

ABITANTI 128.589 DESTRA ARGINE

Kmq 70.637 acqua e polesele
DESTRA ARGINE

Età del bronzo BOS<’AVA UNO DEI SETTE MARIE

673 kmq polesella
70.000 kmq acqua

Età odierna
673 kmq acqua
70.000 kmq polesella

Le poesie del Menago
Giustar el Canoto (calatafar)
Cisan
Menago
Magnar le more
El tema in clase
Numarar par uno
Ferajs














Sete MARI Endolaguna  sbocavano nel Adriatico, superati i lidi.






 

Campagne di scavo



A Vicenza si sono svolti in Contrà De’ Proti 3, il
16 febbraio 2004
conferenze su:
“Vicenza nel suo divenire urbano.”
23 marzo 2005
“I Nodi urbanistici tra periferia e centro storico” Relatore Resp. Beni storici Artistici Comune di Vicenza  Geom. Renato De’ Paoli











Repertorio
Elenco, registro di Notizie e informazioni varie di facile consultazione.

Repertoriare

Mettere, includere nel repertorio .

Inserire in un elenco, in un registro, notizie e informazioni per la facile consultazione.


Datazione


Ritrovamenti nelle isole Sabionare Caneviere

La Sopraintendenza ha avuto segnalazione di  ritrovamenti di selci tipo Paleolavei Menago e Laghi  alle isole spaerse sabionare caneviere , tra la chiave dell’Alpon e Cucà l’acqua a Padova e Vicenza. Sono simili anche a quelle dello strato B della Grotta di san Bernardino: Bulino, grattatolo, becchi , punta, punta doppia, punta carenoide, raschiatoio laterale, raschiatoio trasversale, raschiatoio triplo , raschiatoio carenoide trasversale, raschiatoio latero-trasversale  a base assotigliata , denticolato, nuclei . Sono attribuite al Bronzo Finale  [5]

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Palafitte: esaminati 100 pezzi di campioni di pali in legno serviti per costruire  le palafitte.

Esame Istologico

Scelta a caso:

Frassino 2%
Abete Bianco 20%
Abete Rosso 7%
Pino Silvestre 15%
Tasso25%
Larice9%
Quercia19%

Olmo 3%

 

Fonte:Battaglia [6]


Un miliardo e settecento milioni di metri cubi di acqua pompati via ogni anno dal Veneto, da 20 consorzi.


Dai laghi grandi se riva presto dal Tartaro(uga) se riva tardi.
Guadare  il Meduaco isole


SZerca l’acua te catarè la verità!

Cerca l’acqua
 troverai la verità

Gazzo=Gaio=Ganszo

Isola Scala
Nogara=
Insula cenensis
 Insula due robores[7]







Sezione torbiere Spaerse Menago Lago

1 Torba sconvolta
2 Humus
3 Vegetali foglie
4 Phragma e palificato
5 Crea gialla maron

descrizione:
Palafitte con ordito di tronchi d’albero  lunghi fino a 12 metri  disposti parallelamente a distanza variabile , non inferiore ai 50 centimetri e attraversati sotto e sopara da tronchi e tavoloni. Una parte dei tronchi conservava la corteccia e qualche moncone di ramo qua e là, aderenti all’impiantito, dei pali piuttosto corti e sottili, squadrati stavano infisi nel terreno  creoso per tenere in sesto la costruzione. Pochi altri, più grossi, a sezione rettangolare  e terminanti  superiormente a forcella reggevano lunghe travi.. La stratigrafia  è stata ottenuta tagliando trasversalmente l’area scoperta alla maggiore profondità consentita  dai mezzi rudimentali messi in azione per vuotare l’acqua  filtrante nella trincea dalla falda  freatica  che normalmente  sta al livello del terreno.  [8] 



…la torba che buta fora na nebbiolina fina e un fumo lezero che bee l’umidità e quando la vol  da ela sola la le dà indrio…[9]


….la lama indoe se distende e solo d’istà, ciare olte , in verità la se suga….[10]

traduzioni:
 Re nato a Sparè  da sedesani a  Vicenza[11]


Nelle isole Sparse assai avanzata era anche la tessitura, testimoniato dall’uso di stoffe colorate. L’armamento caratteristico dei guerrieri  era costituito da arco e frecce, pugnale triangolare, alabarda e ascia da combattimento. L’incenerazione era il rito più diffuso  mentre l’inumazione con corredo era un rito  raro.
L’età di Polada fu un lungo e tranquillo periodo di consolidamento e di sviluppo delle tecnologie artigianali applicate anche a quelle legate alla navigazione interna (piroghe e barche adatte a bassi fondali come le scandole).
Quete culture delle isole spaerse ebbero intensi rapporti  commerciali, sociali e politici con l’europa e il Baltico, e fecero sentire il loro influsso su tutte le civiltà perilacustri adriatiche ioniche tirreniche egee, e si consolidò mutando, quando verso il 1600 a.c. arrivarono nuove correnti culturali con innesto dei nuovi venuti.

P.F. quota 13,27
esagono A




Adria e le isole Sparse Menago intorno faceva parte di una delle dodici lucumonie ed era governata da un Lucumone. Era unita politicamente  con altre 11 città principali. Si associò alla confederazione che non aveva leggi e regole rigide, ma di volta in volta si decideva le alleanze e le coalizioni necessarie per difendersi o/e attaccare. Adria e le isole spaerse facevano parte di un grande emporio commerciale  politico-economico , svilupparono i commerci e la diplomazia, per via d’acqua  dall’egeo al tirreno, dall’adriatico allo Ionio. Aveva frequenti contati con Spina, Cerveteri, Tarquinia, Vulci, ma anche con le civiltà Danubiane della Pannonia, e quelle della Bretagna, e dei Baltici.  Le Isole spaerse del Menago fino ad Adria erano cinte da acque  e ricoperte da una imponente foresta planiziale. Le Isole Sparse insieme con Adria, Manto, Vicenza, Padova, Altino,Ravenna Spina, sfruttavano la posizione solida  naturale  poiché  riparate dai “Sette Marie  dai litorali  con profonde gole e estuari, irrobustite nell’evoluzione  da murature in pietra spesso di dimensioni massiccia.Veneti Latini e Etruschi si allearono spesso tra di loro con mutuo rapporto di assistenza ( Vi e IV secolo) fu così  che anche le isole spaerse con Adria godettero lo sviluppo  organizzato alla “Veneziana” ovvero con accessi dall’acqua da una parte e all’asciutto dall’altra.

Gli edifici poggiavano su palafitte lignee  profondamente conficcate nella torba [12]






Grandi  distese d’aqua dolce circondavano le isole Sparse che erano ricoperte dalla “foresta planiziale” (BOSC’AVE CIAVE’). La foresta insegnò ad inventare e impratichirsi di infinite  lavorazioni del legno e quindi a costruirsi utensili in bronzo  sempre più adatti ad eseguire queste lavorazioni. Il ritrovamento di asce, azze, sgorbie, tra i vari manufatti , indica  una diffusa  attività  di lavorazione del Legno. Le varie isole e culture e rano collegate tra di loro  anche da un commercio  a luinga distanza di beni non deperibili ma mobili, come ornamenti, pietre etc..
Questo fiorire  di scambi e di beni consentì  una densità più alta  di popolazione . L’incremento  demografico  obbligava questi gruppi  ad adattare la loro strategia di sopravvivenza.La caccia e la pesca erano ben sviluppate ma fu il commercio a fornire  i mezzi per continuare  a favorire l’aumento di densità della popolazione. Inoltre il baratto di oggetti in cambio di cibo  e sale tra gruppi vicini  creò un sistema di distribuzione  complesso che superò le fluttuazioni di abbondanza carestia. 


Cinturoni al Museo “ Colonia Veneta”

A sinistra  si sviluppa una fascia rettangolare  lunga cm 74, alta cm 11,5 che ha all’estremità tre anelli, questi di fero , intervallati , nei quali , secondo  le dimensioni  del dignitario veniva introdotto il gancio. Anch’essa è fittamente ricoperta di leggerissime delicate  incisioni  con lepri e cerbiatti. Nella parte terminale  che rimaneva nascosta sotto la pancera, sono incisi  due riquadri  figurati: due animali  araldicamente  affrontati  tengono sollevati  per il  collo due cerbiatti , al di sotto  è un cervo pascente ; li precede  un piccolo cavaliere  in groppa  a un grande  cavallo  di cui  due belve , dirette in senso opposto, azzannano le gambe  sotto il cui ventre , a mo  di riempitivo  è una grande palma : gustosissime scene d’arte veneta antica  di indirizzo  popolare , mescolato al repertorio.


La giurisdizione  di I, II, III, istanza nel civile  e nel criminale  s’era preso i Cappello. Il Vicario  di Istanza era d’ ordinario quello di Sanguinetto [13]  come risulta dagli atti qui contenuti[14]


Vicariato di Cerea 1704 1707[15]

Vicariato di Gazzo  1690 ottobre 11[16]

Vicariato  Bovolone 1723
1800 = I processo
Vicariato Maccacari 1698 W 1797[18]

Vicariato di Nogara[19]


























ARNALDO FUSINATO
NEI GIORNI PAUROSI DEL SARVAGGIO
DIEDE
IL VERSO GIOCONDMENTE ARGUTO
IL CUORE AUDACE
IL VALIDO BRACCIO
PER LA LIBERTA’ DELLA PATRIA.
AL POETA POPOLARE
AL SOLDATO ANIMOSO
DI MONTEBELLO VALLARSA VICENZA VENEZIA
AL NOBILE CITTADINO
CHE OSPITE DI VERONA
IN QUESTA  CASA PRESSO LA FIGLIA
SPERGEVASI IL 28 DICEMBRE 1888

Museo civico di storia naturale
Sezioni di botanica e preistoria
Studi e laboratori
Museo di storia naturale della romagna
“p. zangheri”
corso Cavour camillo benso civico 11 verona









LE PALETTA RITUALE IN BRONZO

Inventario:___________________

PALETTA isola
BARBUGINE (Barchine)
tra Sparse , San Zen, San Vito

ENDOLAGUNA

PALEOALVEO MENAGO

( TROVATA Vicino a
45° 13’lat. Nord
11° 10’ Long. Est.)


Verona, già al
Museo Civico Archeologico al Teatro Romano  (ora (6.11.2006) in cassaforte in Museo contrà Cavour n. 11 Verona, Palazzo Gobbetti n.d.r. ).

Dalla località San Vito , sul confine tra Isole Comuni Asparetto sul Menago e Cerea (Verona)  a 45 metri dalla ferrovia Mantova Legnago
C. Cipolla, Notizie Scavi , 1885. 489.
G. Gerla  Madonna Verona. 2. 1908, 42sg., fig a pag 43. B.P.I. 34, 1908, 77 sg.
MESSERSCHMIDT, 88

Perfettamente conservata. Patina Verde. Lunghezza cm. 27,4.
La forma del cucchiaio  è pressoché rettangolare  ad angoli  smussati, ma con un più accentuato arrotondamento  di tutto il
taglio inferiore. Il risalto marginale, limitato  al lato superiore, si configura  con due
branche  che si dipartono  dal
manico  e scendono con lieve inclinazione a spiovente. ( omissis) ( altre palette ) tarde e periferiche tutte dell’area veneta (sono ndr) imitazioni , (omissis) hanno il manico  con la fressurazione  amigdaloide  del fusto  (Tipo Venetico A),  mentre (omissis) qui il fusto  del manico  è costituito da una verga diritta a mezzo-tondo  che si dirama  alla
sommità  per dara luogo  alla caratteristica  testa a tre  occhielli. Questa, tuttavia , è espressa  con estrema sobrietà , senza manierismi  o barocchismi  di sorta. Non vi sono, infatti, né lunghe stanghette di raccordo, né ingrossamenti  od assottigliamenti  in questa  o quella parte: i due
occhielli laterali si congiungono  direttamente, senza
raccordo, si che il terzo risulta di forma triangolare, ma amigdaloide.
La
costola del manico  è ornata di una fila di puntolini  incavati  di varie dimensioni  e ad andamento  irregolare che continuano  sulle branche superiori  del cucchiaio. Tracce di decorazione  a file concentriche di puntini sono pure  visibili nella
parte  alta della faccia anteriore di questo.

Lo scavo casuale  (fu fatto in coccasione  della costruzione  della Ferrovia Mantova Legnago) dette pochi altri pochi materiali  che dalla descrizione d del  Cipolla vengono riferiti  genericamente alla cultura paleoveneta, ma che sembrano costituire un milieu di notevole arcaismo che conferma l’impressione data dal pezzo in sé,  sia per la elementarità dell’ornato  a puntini, sia per il confronto con i manufatti della “fonderia”. Tanto è vero che il MESSERSCHMIDT assegna  il corredo al II periodo atestino.
Potremo, con il pezzo di (isole sul Menago vicino a 45°13’ lat. Nord e 11° 10’ longitudine Est) Barbugine, essere di fronte  ad una delle più antiche elaborazioni venetiche…[20] (omissis) .



Particolarmente ricca è la documentazione nell’acqua Veneta.

Gran parte dell’Italia centrale e tutta l’Italia Meridionale è muta.[21]


















[1]Zorzi Stazione Palafitticola  preistorica  e romana Atti e Memorie  della Accademia di Agricoltura e lettere di verona  seie V. Vol. V Verona 1955
[2] De Bon Alessio Storia e leggenda della Terra Veneta Tipografia “Pasubio” Schio 1941 XX E.F.
[3] Ibidem Zorzi Stazione Palafitticola  .
[4] Cambrindge
[5] Soprintendenza Veneto
Istituto ricerche Identità Veneta
5.1.05
[6] Raffaele Battaglia
[7] Ibidem,De Bon Alessio Storia e leggenda pag. 202
[8] Francesco Zorzi  Centro studi preistorici e archeologici  Varese Musei Civici  di Villa Mirabello – SIBRIVM   Museo Civico di Storia Naturale – Verona – Vol. pag. 157.
[9] Virgilio Eneide X,201,2
[10] Dante XX°   canto inferno
[11] Renato De’Paoli
[12] Enciclopedia di Cambridge pag. 254 Archeologia Editori la terza e Fifli SPA Roma-Bari 1981 Milano – Titolo Originale  The Cambridge  Enciclopedia of Archeology 1980 London.
[13] G. Beozio “Comuni, giurisdizioni e vicariati delle provincie veronesi
[14] Archivio stato Verona Pretura Legnago Busta 646 già in Sanguinetto
[15] ASVR busta 646 ibibem
[16] ASVR busta 646 ibibem
[17] ASVR ibusta 646 bibem
[18] ASVR ibusta 646 bibem
[19] ASVR ibusta 646 bibem
[20] Mario Zuffa  Le Palette rituali in bronzo pag . 138 139 140  Atti e memorie  Deputazione di storia patria per le provincie di romagna  Nuova Serie Volume VIII Anno Accademico 1956- 57  Rimini 1959 / Presso la deputazione di storia patria Bologna 1960.

[21] M. Zuffa ibidem.

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